sseveroIl Santo patrono della nostra parrocchia può essere considerato tra i fondatori del Cristianesimo a Ravenna, nacque infatti dopo la metà del 200 d.C. e morì il 1 febbraio del 346. Egli è stato il dodicesimo successore di Sant’Apollinare ed il suo nome è presente nell’elenco dei 170 vescovi che Papa Giulio I convocò per il Concilio di Sardica (oggi Sofia, in Bulgaria) nel 342, nel quale venne confermata la professione di fede di Nicea. L’antico scrittore ravennate Agnello nell’830 circa scrisse una biografia del nostro Santo raccogliendo precedenti fonti leggendarie. In esse si racconta che San Severo fosse un povero lanaiolo di Ravenna che un giorno si recò in chiesa per assistere all’elezione del nuovo vescovo. All’improvviso una colomba si posò ripetutamente sul suo capo così che tutto il popolo riconobbe in quel segno la sua elezione a vescovo da parte del Signore.

L’Agnello ci racconta poi che, durante una Santa Messa, San Severo andò in estasi e per un miracolo di bilocazione poté assistere alla morte del suo amico San Geminiano di Modena. Il Santo stesso, sentendosi vicino alla morte si fece aprire l’arca che già si era preparata e vi si distese rendendo l’anima a Dio. In altre parti della sua biografia l’Agnello ci riporta antiche esaltazioni della santità del vescovo, della povertà evangelica, della santità della famiglia e della potenza dello Spirito Santo che rende improvvisamente sapienti gli incolti.

Dopo la sua morte il nostro Santo fu sepolto nella zona classicana detta del vicus salutaris in un antico sacello che fa parte del primitivo centro ecclesiastico di Classe, considerato il primo luogo di adunanza liturgica. Successivamente, accanto a quel luogo sorse una grande basilica che fu consacrata da Giovanni Romano il 17 maggio del 582. Era una grande basilica a tre navate, divise da dodici ssevero4colonne per parte, di m. 54 x 25.50, aveva uno splendido pavimento a mosaico ed era associata ad un grande monastero benedettino. Rimase integra fino al XV sec. poi, dopo varie peripezie, venne abbandonata e distrutta. Ora non rimangono che le fondamenta riportate alla luce nel 1967.

Il corpo di San Severo non rimase molto tempo nella sua basilica di Classe. Nell’ 842 un monaco franco di nome Felice prese le reliquie del santo e le trasferì prima a Magonza e poi ad Erfurt e così il suo culto si diffuse in tutta la Germania. Nel 1982, con grande senso di comunione fraterna e a distanza di molti secoli, proprio il vescovo di Erfurt ha riportato alcune preziose reliquie di San Seveero nella nostra chiesa dove noi le conserviamo e veneriamo. Questa nostra fede e questa devozione verso il nostro santo patrono ci aiuti nel cammino verso il Signore.

 

 

basilicaLa Basilica fu costruita alla fine del VI secolo, e andò definitivamente distrutta agli inizi dell’800. Soltanto negli anni ’60 del secolo scorso fu riportata alla luce grazie ad uno scavo diretto da Giovanna Bermond Montanari. Nel corso di quell’intervento furono recuperate le murature e buona parte dei pavimenti a mosaico che decoravano l’edificio. Nel giugno 2006 è iniziato un nuovo progetto di scavo, diretto da Andrea Augenti (Università di Bologna) e concepito per il recupero di nuove informazioni sulla basilica e l’area circostante. Allo scavo, finanziato dalla UE (Progetto Cultura 2000) prende parte una équipe internazionale di cui fanno parte docenti e studenti delle università di Barcelona, Budapest e Leicester.